CAMBIA LE TUE CONVINZIONI, SE VUOI CAMBIARE LA TUA VITA
La paura del cambiamento è in genere legata alla paura di fallire e ci impedisce di esplorare tutte le possibilità che la vita ha da offrirci. Dalle sbarre della gabbia nella quale siamo rinchiusi intravediamo, sì, le avventure straordinarie che sono fatte per noi ma evitiamo di buttarci perché siamo convinti di non farcela. Sono le nostre convinzioni a limitarci, convinzioni che con il giusto approccio possiamo cambiare.
Abbiamo tutti paura di fallire, chi più chi meno. E questa paura, molto spesso, ci tiene fermi in situazioni stagnanti e poco soddisfacenti che non hanno più nulla da darci e che ci rendono infelici.
Nonostante la consapevolezza, alcune convinzioni ben radicate dentro di noi, limitano il nostro campo d’azione per un motivo molto semplice: SI PRESENTANO COME VERITÀ (https://www.riza.it/psicologia/tu/6142/le-convinzioni-ti-allontanano-dalla-felicita.html.)
Prendiamo ad esempio due persone, entrambe non più giovani e che non praticano sport. Il loro sogno è sempre stato quello di correre un giorno la maratona di New York ma per entrambe si tratta di un’impresa piuttosto ardua se non impossibile. Una delle due, leggendo le storie di chi ce l’ha fatta partendo da condizioni fisiche persino peggiori delle sue, si convince di avere una chance e decide di allenarsi. L’altra, invece, troppo convinta della sua verità, non ci prova neppure.
Qui non si tratta di stabilire se chi decide di tentare riuscirà nell’impresa, piuttosto, di dimostrare che cambiando il suo punto di vista in relazione alla convinzione di non farcela, esce dalla gabbia nella quale l’opportunità di realizzare il suo sogno non si vedeva per niente ed entra in un nuovo campo d’azione. Ed è lì che inizia a vivere l’avventura straordinaria alla quale era destinato, mettendosi in gioco, superando i propri limiti, cambiando abitudini e modo di pensare.
4 DOMANDE PER STANARE LA CONVINZIONE CHE T’IMPEDISCE DI USCIRE DALLA GABBIA
In relazione a un obiettivo che ti sembra impossibile da realizzare, prova a rispondere a queste domande:
1 – COM’È MATURATA IN ME QUESTA CONVINZIONE?
2 – QUALI SONO GLI ELEMENTI PRINCIPALI CHE LA SUPPORTANO?
3 – CHI HA UNA CONVINZIONE DIVERSA DALLA MIA, QUALI IPOTESI PRENDE IN CONSIDERAZIONE?
4 – CHE RELAZIONE C’È TRA QUESTA CONVINZIONE E IL MIO OBIETTIVO?
Attraverso questo processo, è possibile acquisire consapevolezza di quanto dannose e depotenzianti siano alcune delle nostre convinzioni e, soprattutto, trovare le prove di quanto esse siano fasulle.
Hai più di cinquant’anni e sei convinta che l’amore non busserà mai più alla tua porta? Dove può portarti questa convinzione? Come agiscono le persone con una convinzione diversa dalla tua? Molto probabilmente cercheranno situazioni grazie alle quali fare nuove amicizie e questo aprirà loro un nuovo campo d’azione colmo di opportunità, sia per trovare l’amore sia per vivere altre avventure straordinarie, se ciò non dovesse succedere.
Intervenire sui propri schemi disfunzionali al fine di uscire dal circolo vizioso d’inattività nel quale ci costringono è il primo passo, perché in questo modo si sposta l’attenzione dal problema alla soluzione, lasciando da parte il passato e focalizzandosi sulle azioni necessarie al raggiungimento di obiettivi futuri che ci renderanno più felici, persino se non si realizzano. Sbaglio, o è un’ipotesi che può aiutare a tenere a bada la paura del fallimento?
SEI ANCORA CONVINTO DI NON POTER ROMPERE LA CATENA?
Il ricordo di un brutto passato può diventare più forte della reale possibilità di cambiare il presente.
La storia dell’elefante incatenato è una metafora perfetta per comprendere come agiscono dentro di noi le convinzioni limitanti (https://emanuelageraca.it/puo-il-coaching-aiutarci-a-cambiare-vita/):
“Un cucciolo di elefante viene catturato per essere ammaestrato ed esibirsi in un circo. Il domatore lo tiene legato a una catena e il piccolo, nonostante gli sforzi, non riesce a liberarsi. A un certo punto, si rassegna e smette di provarci. Con il passare del tempo, trasformatosi in un animale mastodontico, all’elefante basterebbe un minimo sforzo per spezzare la catena e tornare libero, ma la sua convinzione che ciò è impossibile gli impedisce di fare un tentativo”.
Non lasciare che il ricordo dei tuoi fallimenti passati limiti la visione delle tue reali possibilità. Prendi in mano la tua vita, osa!
Fa paura, lo so, ma non tanto quanto il dubbio che vi sia una meravigliosa avventura ad attenderti dietro l’angolo, se solo trovassi il coraggio di cambiare.
NON ASPETTARE DI ESSERE COSTRETTO AD ABBRACCIARE IL CAMBIAMENTO, SII TU A PROVOCARLO
Tutto è in continua evoluzione e per tutto intendo l’UNIVERSO intero. Possiamo, dunque, anche solo lontanamente credere di esserne immuni?
La risposta è NO.
Cambiamo anche quando non desideriamo farlo e, in molti casi, il risultato che otteniamo nel reagire al cambiamento (invece di programmarlo) è molto al di sotto delle nostre reali possibilità.
Pertanto, se hai la consapevolezza di trovarti in una situazione di stallo, incapace di cambiare ciò che non ti piace della tua realtà a causa di convinzioni che magari hai individuato ma delle quali non riesci a liberarti, ti esorto a provare questo esercizio:
Immagina lo scenario peggiore, scrivilo nei minimi dettagli e cerca di stabilire quali sarebbero le reazioni più appropriate a limitarne i danni. Quali risorse interiori o esteriori ti serviranno, in caso di fallimento? Quando, in passato, hai usato quelle stesse risorse per gestire una situazione complicata?
Inoltre, come ultima cosa, prova a cambiare punto di vista. Anche se in questo scenario il risultato che hai raggiunto non è in linea con le tue aspettative, con quale punto di vista potresti considerarlo non un fallimento ma una caduta dalla quale ti puoi rialzare e che può essere usata comeuna nuova base di partenza?
Successivamente, prova a immaginarti lo scenario migliore: ti sei buttato e hai ottenuto ciò che desideravi. Descrivi anche qui la situazione nei minimi dettagli e concentrati sui benefici ottenuti sia per te che per le persone intorno a te.Cosa provi? Cosa prova chi ti ama? Com’è cambiata la tua vita?
Mettici tutto, ma proprio tutto.
Ora chiediti se la possibilità di vivere la vita della seconda scena può valere il rischio di ritrovarti a dover gestire una caduta come quella descritta nella prima.
Non accontentarti di essere il frutto del tuo passato, se quel frutto non ti piace. Cerca, invece, di diventare la causa consapevole del tuo futuro.
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