può il coaching, aiutarci a cambiare vita?
Quando il desiderio di cambiare una vita che non sentiamo più nostra diventa un bisogno quasi fisiologico, capire la direzione da prendere e seguire un metodo che ci porti verso il risultato sono le cose più importanti da fare, ma non sempre le più facili. In questo caso, il coaching, può venirci in aiuto.
Sul lavoro siamo sempre più insoddisfatti e meno coinvolti, come dimostrato da uno studio della Gallup, società che fa ricerche di mercato, menzionata nell’articolo pubblicato da GQ sul quite quitting (la tendenza del momento a non fare più del dovutohttps://www.gqitalia.it/lifestyle/article/quiet-quitting-cose-lavoro ).
Nonostante questa diffusa insoddisfazione, sono poche le persone che trovano il coraggio di cambiare e ancora meno quelle che lo fanno seguendo uno schema preciso che le porterebbe sul serio ai risultati che desiderano.
Il più delle volte, infatti, la mente è bravissima ad agitarsi e a creare un gran polverone che finisce per nascondere ai nostri occhi la strada da percorrere. In quei momenti, solo uno sguardo esterno è in grado d’intravedere più facilmente nel caos quell’ordine che non riusciamo più a trovare.
il coraggio viene dal cuore

Seguire il desiderio del cuore è il segreto per una vita felice.
Sono in molti a sostenerlo e in apparenza sembra un consiglio semplice da mettere in pratica.
Perché, allora, non siamo tutti più felici e realizzati?
La risposta è altrettanto semplice: per seguire il cuore, ci vuole coraggio e non sempre riusciamo a trovarlo da soli. Inoltre, i condizionamenti dell’educazione ricevuta e le conclusioni tratte dalle nostre esperienze passate, possono impedirci di capire ciò che il cuore ha da dirci.
È qui che entra in gioco un altro tipo di coraggio, il coraggio di chiedere aiuto. Chiedere sembra più un sinonimo di debolezza, in base al sentire comune, ed è questo a frenarci.
Eppure, una valida guida, può aiutarci a fare chiarezza dentro di noi su ciò che desideriamo al di là dei condizionamenti e dei limiti che pensiamo di avere e a trasformare quel desiderio in un vero e proprio obiettivo, che abbia le caratteristiche per essere considerato tale e per il quale sia possibile strutturare un percorso che ci porti da A (dove ci troviamo ora) a B (dove vogliamo arrivare).
A volte, domande come “Cosa voglio davvero?”, “Perché è importante, per me?”, “Come mi sentirò quando avrò cambiato vita?” non sono sufficienti a chiarirci le idee proprio perché, influenzati da condizionamenti e credenze consce e inconsce, ci mancherà il coraggio di ascoltare le risposte del cuore.
le 5 fasi del processo del cambiamento
Quante storie di persone che hanno mollato un lavoro che odiavano hai già sentito? E quante di queste persone si sono ritrovate, nel tempo, a odiare anche il nuovo lavoro?
Personalmente, ne conosco diverse e per tutte la causa dell’insuccesso è da imputare all’assenza di metodo. Scappare da una situazione che ci provoca sofferenza, senza prima aver chiarito dove vogliamo andare e quali azioni sono necessarie per arrivarci, non ci porterà da nessuna parte.
Don Kelley e Daryl Conner, ricercatori americani famosi per i loro studi sul cambiamento personale volontario, hanno elaborato il ciclo emotivo del cambiamento, un modello a 5 fasi nel quale descrivono la sequenza di stati d’animo che ci caratterizzano quando dobbiamo affrontare un cambiamento:
- Ottimismo Ingiustificato – Rappresenta la fase dell’entusiasmo iniziale. Abbiamo idealizzato il nostro obiettivo, siamo carichi di energia e partiamo come se dovessimo fare una gara sui 100 metri, quando in realtà il percorso da affrontare è quello di una maratona.
- Pessimismo Giustificato – Abbiamo bruciato in un attimo i primi 100 metri e ci sentiamo privi di energie, nonostante il traguardo sia ancora estremamente lontano. Questa è la prima fase di blocco dei processi di cambiamento personale, quella che determina il 90% di abbandono.
- Realismo – Coloro che riescono a superare la fase del pessimismo giustificato, iniziano a vedere il cambiamento in maniera più oggettiva. Diventano più consapevoli degli ostacoli che dovranno affrontare e iniziano a elaborare le strategie che permetteranno loro di superarli con successo.
- Ottimismo Giustificato – Abbiamo messo in atto il nostro piano di azione. Iniziamo ad avere qualche piccolo risultato e un primo riscontro sull’efficacia della strategia adottata, che ci regala nuova motivazione e stimoli per raggiungere il traguardo successivo.
- Conclusione – Il cambiamento è diventato parte di noi, un’abitudine, il che significa che lo applichiamo con estrema naturalezza e senza alcuna fatica.
Pertanto, ben venga il desiderio di cambiare, ma solo se è supportato da un piano ben strutturato e se l’obiettivo che ci siamo prefissati scaturisce dal nostro io più autentico.
il successo sta nel metodo

Alla base di ogni percorso di coaching, al di là dell’inevitabile personalizzazione legata alla storia e alle esigenze di ogni singolo individuo, ci sono due punti fondamentali e imprescindibili: trasformare qualsiasi obiettivo in un OBIETTIVO S.M.A.R.T. e stabilire un PIANO D’AZIONE per raggiungerlo.
Cosa significa, all’atto pratico?
Lo schema S.M.A.R.T. (acronimo delle parole inglesi Specific, Measureable, Achievable, Realistic, Time-related) è quello più comune per stabilire l’obiettivo giusto. Scopriamo nel dettaglio in cosa consiste:
Specific (Specifico)
L’obiettivo deve essere specifico e tangibile, quindi chiaro e non approssimativo. Un generico “Cambiare lavoro” non è abbastanza specifico, ad esempio.
Measurable (Misurabile)
L’obiettivo deve essere misurabile, quindi, in teoria, dovrebbe contenere un’unita di misura.
Achievable (Realizzabile)
L’obiettivo deve essere realizzabile, in base alle risorse e alle capacità che la persona ha a disposizione e, allo stesso tempo, deve risultare sufficientemente appassionante per far sì che resti viva la motivazione iniziale.
Realistic (Rilevante)
Prima di impiegare tempo, risorse e denaro, bisogna chiedersi se ne valga davvero la pena, analizzando attentamente il rapporto costi/benefici del progetto che si sta per intraprendere.
Time Related (temporizzato/collegato a una scadenza) Occorre determinare il periodo di tempo entro il quale l’obiettivo deve essere realizzato
Naturalmente ognuno di questi parametri, con l’aiuto di un coach, potrà essere adattato all’obiettivo individuato dal cliente e approfondito in modo che abbia senso per lui.
Il passo successivo sarà redigere un vero e proprio piano d’azione diviso in tappe, ciascuna contenente l’elenco delle azioni da completare. Si tratta di una serie di traguardi intermedi che lo porteranno con successo fino all’obiettivo primario impostato nel suo piano d’azione. Questa frammentazione gli permetterà di misurare i progressi e di dettagliare nello specifico il programma d’azione.
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